L'architetto Emanuele Garufi insieme al committente Aurelio davanti all'ecocabana di Cascais in Portogallo

14 Ottobre 2022

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Aurelio, il sughero e la grande famiglia Amorim: una storia vera di sostenibilità

Risale al 2013 il primo contatto tra l'Architetto Emanuele Garufi e il sughero. Al 2015 il viaggio in Portogallo per acquisire appieno le esperienze per il suo impiego. A distanza di 10 anni e in occasione della sua partecipazione come relatore alla Cork Conference 2022, Emanuele ha voluto provare riavvolgere il nastro, raccontandoci il suo punto di vista.

Il nostro primo progetto col sughero risale al 2013, una villa con struttura in CLT protetta da un isolamento in sughero. A quell’epoca risale anche il mio primo “contatto diretto” con Tecnosugheri e il gruppo Amorim: eravamo alla ricerca di soluzioni sempre più efficaci e sostenibili e ci si presentò l’occasione di andare in Portogallo alla scoperta della filiera corta del sughero Corkpan, così la definiva Tecnosugheri.

Se già eravamo persuasi all’impiego del sughero espanso in quel cantiere, immediata e chiara fu la visione generatasi camminando fra le sugherete, ossia la volontà di ripristinare lo schema costitutivo naturale.

Quello che vuole la corteccia di sughero a protezione del tronco della quercia,  il pannello di sughero a protezione del legno della struttura abitativa.

Con quella motivazione impressa nella mente, fu davvero facile convincere Aurelio, il nostro cliente. Forse troppo facile non fu, ma certamente l’idea di metter sul tavolo un campione di sughero e uno di altri isolanti, qualsiasi fossero, lo avrebbero portato a capirne le differenze.

Aurelio è una persona, sensibile forse un po’ rude, ma capace di farsi ancora guidare dall’istinto per distinguere la sostanza dall’apparenza.

Decise di investire in quel materiale che molto aveva in comune con lui. Di questo e della fiducia che ci accordò lo ringraziamo ancora oggi.

Da allora, infatti, il sughero ha quasi sempre fatto coppia con il legno nei nostri progetti. Lo abbiamo impiegato in interventi privati, operazioni di real estate, interventi immobiliari e in strutture multipiano.

Il fattore discriminante nell’impiego del sughero, tanto negli interventi privati e ancor più nelle operazioni immobiliari, sta nella gestione del suo costo. Del maggior costo, per essere precisi, che si viene a generare rispetto a soluzioni apparentemente più economiche, realizzate con materiali erroneamente detti tradizionali. Del resto, i veri materiali tradizionali tipici della cultura edile non sono certo quelli di sintesi o ad elevata industrializzazione.

A conclusione di quel cantiere fummo invitati a partecipare all’evento biennale più importante per la comunità internazionale del sughero made in Amorim, la Cork Conference di Lisbona. Accettammo con l’orgoglio e l’entusiasmo di chi vuole condividere un’esperienza

Quest’anno a Lisbona ci siamo tornati. Sempre alla Cork Conference, ma non solo per raccontare i progetti che in questi anni hanno visto il sughero protagonista. Ci siamo spinti oltre, condividendo la grande famiglia Amorim un modello di lavoro e un metodo di gestione economica capace di ottimizzare il sughero per tutte le sue potenzialità, ammortizzando l’extra costo. Perché la sostenibilità sia tanto ambientale, quanto economica.

Ma di questo, e dell’uso faccia a vista del sughero che ne feci dopo, vi racconterò in un prossimo post…

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L'autore

Arch. Emanuele Garufi

Architetto. Il suo lavoro si sviluppa nella ricerca della cosiddetta Design della Sostenibilità, in cui il linguaggio architettonico è sintesi del connubio fra  progettazione bioclimatica e utilizzo di materiali naturali e soluzioni ad elevata sostenibilità. Attività che svolge fondando con il partner Claudio Bellocchio la società di progettazione NextWood che lavora in tutta Italia su progetti di edifici con strutture in legno, gestiti dal progetto architettonico alla completa cantierizzazione.